Visore stereoscopico a colonna di Marzocchi

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Note tecniche

L’uso dei visori stereoscopici si diffonde intorno al 1850, con uno sviluppo immediato e una distribuzione di massa che si diversifica però in rapporto alle varie aree geografiche. Le ditte più importanti ebbero sede in Inghilterra, in Francia e negli Stati Uniti mentre in Italia questa tecnica fotografica non attecchì mai appieno. Il grande successo fu determinato da una valenza “popolare” delle immagini stereoscopiche con la diffusione di soggetti spettacolari che si prestavano ad effetti tridimensionali, con ampia profondità di campo: oltre alle vedute e ai paesaggi prendono piede le scene di genere o gli avvenimenti di cronaca. In questo contesto rientra anche la documentazione degli eventi bellici legati alla prima guerra mondiale: nel 1918 si ha infatti una grande diffusione di stampe divulgative sull’argomento, spesso di carattere celebrativo. Molte serie stereoscopiche ebbero anche valenza didattica ed entrarono a far parte del corredo di supporto scolastico in numerosi istituti. Il declino della stereoscopia arrivò comunque assai velocemente anche all’estero, dettato dallo sviluppo delle tecniche fotografiche e da difficoltà oggettive di fruizione attraverso apparecchi ingombranti e destinati ad un uso troppo privato delle immagini.

Note storiche

L’ideatore dell’apparecchio fu Luigi Marzocchi. Nato a Molinella (Bo) nel 1888, fu attivissimo, durante la Grande Guerra, nel Reparto fotografico del Comando Supremo de Regio Esercito annesso all’Ufficio Stampa e Propaganda.

Alla fine della guerra Marzocchi costituì una società chiamata “La Stereoscopica” con il conte Revedin di Venezia e Vittorio Lazzaroni di Milano al fine di promuovere la diffusione di immagini stereoscopiche di soggetto militare “per dare ai combattenti che tornavano a casa e alle loro famiglie un ricordo vivo dei luoghi, delle scene ed episodi della guerra”. Il progetto però naufragò ben presto nonostante l’impegno dimostrato nell’organizzazione tecnico-amministrativa che comprendeva la produzione di cataloghi e la realizzazione di apparecchi per la visione. Il visore stereoscopico conservato presso il Liceo Galvani è presente nell’Inventario del 1926 e risulta donato dal Ministero della Pubblica Istruzione in data 12 agosto. Risulta stimato L.1.000.

Conservazione

Lo stato di conservazione è buono. La macchina è completa e funzionante, leggermente arrugginiti i supporti metallici che contengono le lastre. E’ stato eseguito nel 2005 un intervento di manutenzione e pulizia. In tale frangente è stato effettuato uno smontaggio delle lastre per permetterne la ripulitura e riproduzione n diapositiva 35mm, prima della ricollocazione in sede.

Bibliografia

  • Immagini della Grande Guerra. Da Caporetto a Vittorio Veneto 1915-1918, catalogo della mostra – Città di Vittorio Veneto, Museo della Battaglia, 1988
  • L. Tomassini, Immagini della grande guerra. Tra pubblico e privato, in AFT- Semestrale dell’Archivio fotografico Toscano” Anno XI, N. 22, 1995
  • L. Tomassini, Immagini della grande guerra. Tra pubblico e privato (II parte), in AFT- Semestrale dell’Archivio fotografico Toscano” Anno XII, N. 23, 1996
  • D.Mormorio, Paesaggi italiani del ‘900, Milano 1999, pp.17-22 S. Coppa, Ambizioni e liniti della fotografia stereoscopica, in AFT- Semestrale dell’Archivio fotografico Toscano” Anno XV, 1999
  • R. Balzani e P. Cavanna, Immagini e documenti della grande guerra, Cesena 2000
  • C. Giudici, A, Stanzani, O. Orsi (a cura di), Lo spazio, il tempo, le opere. Il catalogo del patrimonio culturale, Bologna 2001, pp. 548-550
  • M. Gaspari, La rappresentazione “magica” della guerra. Le stereoscopiche di Luigi Marzocchi, in “I Quaderni di cultura del Galvani”, Nuova serie, Anno 9, n. 1, 2002-2003
  • C. Giudici, “Scene ed episodi”, oggetti e rappresentazioni, in “I Quaderni di cultura del Galvani”, Nuova serie, Anno 9, n. 1, 2002-2003

[Cinzia Frisoni]