Paglieri Andrea Luigi
Andrea Paglieri nacque a Verona il 17 novembre 1918 da Giuseppe e Maria Casella.
Frequentò il “Galvani dal 1932 al 1937, quando conseguì la maturità classica. Si laureò in Giurisprudenza e stava conseguendo una seconda laurea in Scienze politiche.
Tenente di cavalleria in servizio permanente effettivo nei lancieri di Novara, partecipò alla guerra eroicamente, meritando una medaglia d’argento e due croci al valore militare.
Al momento dell’armistizio si portò a Fossano, dove la famiglia si era trasferita dal Veneto e dove entrò nella Resistenza col nome di “Secondo dottore”. Comandò un battaglione della 20° Brigata “Giustizia e Libertà”. Venne catturato dai nazifascisti a Fossano il 1° agosto. Torturato orrendamente non parlò. I suoi carnefici lo mostrarono con la bocca squarciata per le vie della città e lo fecero passare davanti alla sua casa dove gli riuscì di vedere sua madre, senza essere visto. Proprio per questo, prima di essere fucilato e nonostante le manette, volle scrivere alla madre il seguente biglietto:
Cara mamma, [sto scrivendo male perché ho le manette] ma ti assicuro che non soffro e che non ho mai sofferto. Sono lieto di averti visto questa mattina in giardino e che voi non mi abbiate visto: così non avete provato dolore. Grazie di quanto avete fatto per me e scusa di tutti i dispiaceri che ho dato.
Vi stringo al cuore
Andrea vostro
Venne fucilato a Benevagienna dai nazisti il 9 agosto 1944.
Per il suo sacrificio gli fu riconosciuta la medaglia d’oro alla memoria.
La casa in cui nacque a Verona lo onora con una lapide che gli riconosce il valore e lo propone come esempio ai giovani.
Frequentò il “Galvani dal 1932 al 1937, quando conseguì la maturità classica. Si laureò in Giurisprudenza e stava conseguendo una seconda laurea in Scienze politiche.
Tenente di cavalleria in servizio permanente effettivo nei lancieri di Novara, partecipò alla guerra eroicamente, meritando una medaglia d’argento e due croci al valore militare.
Al momento dell’armistizio si portò a Fossano, dove la famiglia si era trasferita dal Veneto e dove entrò nella Resistenza col nome di “Secondo dottore”. Comandò un battaglione della 20° Brigata “Giustizia e Libertà”. Venne catturato dai nazifascisti a Fossano il 1° agosto. Torturato orrendamente non parlò. I suoi carnefici lo mostrarono con la bocca squarciata per le vie della città e lo fecero passare davanti alla sua casa dove gli riuscì di vedere sua madre, senza essere visto. Proprio per questo, prima di essere fucilato e nonostante le manette, volle scrivere alla madre il seguente biglietto:
Cara mamma, [sto scrivendo male perché ho le manette] ma ti assicuro che non soffro e che non ho mai sofferto. Sono lieto di averti visto questa mattina in giardino e che voi non mi abbiate visto: così non avete provato dolore. Grazie di quanto avete fatto per me e scusa di tutti i dispiaceri che ho dato.
Vi stringo al cuore
Andrea vostro
Venne fucilato a Benevagienna dai nazisti il 9 agosto 1944.
Per il suo sacrificio gli fu riconosciuta la medaglia d’oro alla memoria.
La casa in cui nacque a Verona lo onora con una lapide che gli riconosce il valore e lo propone come esempio ai giovani.