Tavernari Sergio
Nacque a Forlì il 4 aprile 1921 da Guido ed Elena Ulisse.
Frequento il “Galvani” dal 1933 al 1940, quando conseguì il diploma.
Laureando in Giurisprudenza, per combattere nella Seconda guerra mondiale, Tavernari, nel dicembre del 1941, si arruolò volontario nella Coorte autonoma universitaria di Bologna della milizia fascista e frequentò un corso per allievi ufficiali.
L'8 settembre 1943, per opporsi ai tedeschi, decise di unirsi alla banda partigiana "Poet" operante a Bologna. Dopo aver svolto funzioni di collegamento con altre formazioni partigiane dell'Emilia, lo studente decideva di passare nell'Italia liberata. Raggiunta Pescara e poi Bari, il giovane si mise a disposizione del Comando alleato che, dopo un breve periodo di addestramento, decise di mandarlo a Milano. Sbarcato da un MAS sulle coste dell'Italia settentrionale, Tavernari riuscì a raggiungere il capoluogo lombardo con tutta l'attrezzatura che gli era stata affidata e a trovare una sistemazione in zona Magenta. Stava trasmettendo con il capo telegrafista Gastone Piccinini quando arrivarono i tedeschi, su delazione di un coinquilino. I due giovani, distrutti ricetrasmittenti e codici, impegnarono i tedeschi sino a che, esaurite le munizioni, piuttosto che arrendersi, si lanciarono nel vuoto dal tetto della casa. Era il 20 maggio del 1944.
A Milano, Tavernari è ricordato da una lapide sulla casa di via Pier Capponi 2, dove si è compiuto il suo sacrificio.
Bologna, dove aveva studiato, gli ha intitolato una via.
Gli è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Frequento il “Galvani” dal 1933 al 1940, quando conseguì il diploma.
Laureando in Giurisprudenza, per combattere nella Seconda guerra mondiale, Tavernari, nel dicembre del 1941, si arruolò volontario nella Coorte autonoma universitaria di Bologna della milizia fascista e frequentò un corso per allievi ufficiali.
L'8 settembre 1943, per opporsi ai tedeschi, decise di unirsi alla banda partigiana "Poet" operante a Bologna. Dopo aver svolto funzioni di collegamento con altre formazioni partigiane dell'Emilia, lo studente decideva di passare nell'Italia liberata. Raggiunta Pescara e poi Bari, il giovane si mise a disposizione del Comando alleato che, dopo un breve periodo di addestramento, decise di mandarlo a Milano. Sbarcato da un MAS sulle coste dell'Italia settentrionale, Tavernari riuscì a raggiungere il capoluogo lombardo con tutta l'attrezzatura che gli era stata affidata e a trovare una sistemazione in zona Magenta. Stava trasmettendo con il capo telegrafista Gastone Piccinini quando arrivarono i tedeschi, su delazione di un coinquilino. I due giovani, distrutti ricetrasmittenti e codici, impegnarono i tedeschi sino a che, esaurite le munizioni, piuttosto che arrendersi, si lanciarono nel vuoto dal tetto della casa. Era il 20 maggio del 1944.
A Milano, Tavernari è ricordato da una lapide sulla casa di via Pier Capponi 2, dove si è compiuto il suo sacrificio.
Bologna, dove aveva studiato, gli ha intitolato una via.
Gli è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.